Cenni Storici su Prato, guida per il turista
Alcune testimonianze ci aiutano a capire come Prato fosse già abitata ai tempi del Paleolitico, anche se i ritrovamenti più importanti, in modo particolare nella zona di Campi Bisenzio, si hanno a partire dall'età degli Etruschi. Una delle scoperte più interessanti fu attestare come, già all'epoca, Prato si distinguesse per la tessitura, di cui si hanno testimonianze a partire dal VI sec a.C.
Dopo gli Etruschi fu la volta dei Romani, che a differenze loro, adibirono il territorio pratese alla centuriazione, sono pochi infatti i reperti che testimoniano abitazioni umane in quel periodo.
Nell'alto medioevo Prato vide la dominazione di Longobardi e Bizantini, sotto i quali venne conclusa un'importante opera di bonifica della Piana e la conseguente costruzione del sistema idrico, che avrebbe regolato i corso del fiume Bisenzio. Dopo la ritirata della famiglia Alberti, nel 1107, Prato cominciò a crescere come un comune libero.
Furono due secoli di prosperità economica che videro il fiorire dell'industria e una consistente crescita demografica, che portò alla necessità di costruire fortificazioni solide, in quanto diverse erano le città che ormai aspiravano al controllo su Prato. Prima fra tutti Firenze, alla quale Giovanna D'Angiò vendette la città nel febbraio del 1351.
Prato continuò comunque a svilupparsi anche sotto la signoria della famiglia Medici e in seguito sotto la Repubblica Fiorentina. Il 29 agosto del 1512 Prato subì un grave attacco da parte dell'esercito della Lega Santa, dal quale ne uscì danneggiata.
Fu con l'arrivo dei Lorena al Granducato di Toscana che Prato conobbe di nuovo un periodo florido, sia economico che culturale, con grandi progetti di abbellimento della città.
Il vero sviluppo economico arriverà a Prato dopo l'Unità d'Italia, quando la città conoscerà non solo un grande sviluppo demografico ma anche una forte industrializzazione soprattutto nei settori legati all'industria tessile di cui Prato costituisce il centro indiscusso della Toscana.
Dagli anni del secondo dopoguerra, sino ai giorni nostri, Prato ha visto una consistente immigrazione proveniente dapprima dai paesi del sud Italia, e in un secondo tempo, dai paesi extracomunitari, che hanno portato nella città una grande manodopera.
Oggi Prato è conosciuta come una delle città con il maggior afflusso di cinesi, che si sono inseriti nella città acquistando fabbriche e producendo a basso costo, non a caso è considerata la Chinatown della Toscana.
Le mura
"Corridoio del Cassero"
O Corridoio del Castello, fu voluto al fine di collegare la piccola fortezza con la porta orientale del castello. Sul muro sono presenti una serie di finestre a lunetta alternate a piccoli finestrini rettangolari.
Dapprima la cinta muraria, terminata nel 1196, aveva una forma quadrangolare ed era costituita da
massicci blocchi di pietra albarese. Le mura erano caratterizzate da otto porte: porta S. Giovanni, porta Tiezi; porta Capo di ponte, Porta Corte; porta S. Trinita ; porta Fuia; porta Gualdimare e porta Travaglio.
Con l'espansione demografica fuori dai sobborghi si ritenne necessario ampliare la cinta muraria e intorno al 1338 e il 1351 furono costruite le mura fra porta Gualdimare e porta S. Trinita .
Le porte delle mura andarono a costituire poi dei veri e propri quartieri:
- Porta S. Giovanni e Porta al Travaglio (quartiere di S. Stefano)
- Porta Gualdimare e Porta Fuia (quartiere di S.Maria)
- Porta S. Trinita e porta a Corte (quartiere di S. Trinita)
- Porta Capo di Ponte e Porta Tiezi (quartiere di S. Marco)